Erice tra mito e realtà

La città sacra di Erice, dove un tempo sorgeva il Tempio dedicato alla dea dell’amore, si mostra oggi come un fantastico borgo medievale, ricco di fascino e di mistero.

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Dalla collina del Tempio di Venere il panorama è mozzafiato, il borgo è arroccato sul monte e lo sguardo spazia sul mare, incontrando in lontananza l’Africa. Sede del culto più sentito dell’epoca classica, ancora oggi mantiene un velo di misteriosa sacralità. Camminare fra le tante chiese, i conventi, lungo le strette vie lastricate e silenziose del borgo antico, è come avventurarsi in un viaggio nel passato fra miti, leggende e realtà. Astarte per i Fenici, Afrodite per i Greci e Venere per i Romani, tutti furono devoti alla dea dell’amore e della fertilità, e contribuirono ad arricchire con preziosi tesori il Tempio a lei dedicato. Virgilio lo cita nell’Eneide e, secondo una leggenda Ercole, tornando in Grecia, conquistò la città, dove si narra sbarcò anche Dedalo.

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Solitaria e tranquilla in inverno, Erice si rianima durante la lunga stagione estiva, quando si riaprono le case di vacanza e i tanti negozi del folklore siciliano espongono souvenir e oggetti artigianali, i bar e i locali tipici divengono affollati, offrono le specialità siciliane arricchite con piatti tipici della vicina Tunisia, come il cous cous, e con dolcezze infinite quali marzapane e pasta di mandorle. Visitare Erice è stato un vero piacere, la nostra escursione ha coinciso con una Festa Medievale.

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Mentre la sfilata in costume dei figuranti percorreva le vie del paese, nei giardini ricchi di verde, un’esposizione di prodotti alimentari e dell’artigianato locale venivano vendute ai tanti turisti presenti. Musica, colori, profumi e sapori si insinuavano tra le scene del paesaggio costruito e di quello naturale in un insieme perfetto di nostalgica bellezza.
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