Egitto Mar Rosso
Un viaggio alla scoperta dell’ultima frontiera del Mar Rosso, Berenice, dove la natura e i suoi colori trovano l’apoteosi nello splendido e stravagante mondo della barriera corallina. Un viaggio attraverso lo spettacolo della natura, dove protagonista indiscusso è un giardino di corallo viola, rosa, bianco e azzurro, popolato da una fauna marina estremamente diversificata e affascinante. Una storia esplorativa e di scoperta sempre diversa, dove intoccabili fantasie naturalistiche provocavano emozioni continue e il forte desiderio di non smettere più di guardare. Scorci di vita, del popolo del deserto: un mare di sabbia giallo, arancione e grigio, che finisce contro il blu del Mar Rosso, dove il vento incessante, padrone assoluto, disegna splendide forme cangianti. Colori, sapori, immagini tradizionali dell’antico popolo egiziano completano il percorso figurativo di questo viaggio.
Qualche ora di aereo e due ore di automobile su strada in buone condizioni sono sufficienti per trovarsi a tu per tu con la località più affascinante del Mar Rosso, Berenice, con il tripudio di colori della barriera corallina, con le dune e gli accampamenti dei nomadi, irriducibili compagni degli ambienti più ostili.
Berenice, l’ultima frontiera del Mar Rosso, è situata all’estremo sud della costa egiziana, ai confini con il Sudan. Niente spiagge affollate di Sharm, niente venditori di tappeti ed essenze di Hurgada e nessun villaggio super organizzato. A 130 km dall’aeroporto di Marsa Alam, e circa 200 km a sud di Hurgada, Berenice è fatta soltanto di spiagge incantate, mare straordinariamente limpido, barriera corallina mozzafiato e tanto, tanto sole. Già dall’aeroporto affollato di gente, i colori forti e vividi degli abiti, del cielo, delle case, i profumi densi che saturano l’aria, creano un’atmosfera che ripaga ampiamente l’impegno del viaggio. E appena fuori dal raggio d’azione dei resort, che a Berenice sono in numero limitato e offrono un’accoglienza particolarmente gradevole, nel biancore del sole accecante, il deserto. Un ambiente misterioso ed affascinante che occupa l’entroterra, dove sorgono sporadici gli alberi di acacia negli antichi wadi e nelle zone di deserto pietroso.
La ricchezza delle palme e dei fiori, colorati di rosso, viola e giallo, dei giardini del villaggio donano all’ambiente un aspetto radioso, un’oasi surreale nell’immensa distesa di sabbia e di vento. Al di là, un lungo viale conduce al mare che, calmo e trasparente, accarezza la spiaggia, colorandosi in mille sfumature di azzurro sotto l’effetto dell’alta e della bassa marea. Per circa un centinaio di metri si cammina nel mare cristallino prima di raggiungere l’acqua alta, ma l’incontro con la barriera corallina è quasi immediato: il Baby Reef appare in trasparenza con i suoi pesci colorati e i coralli rosa, bianchi e viola che trasmettono subito un’emozione indimenticabile. Al largo, ai lati della vasta baia, si estende la barriera corallina più ampia, che offre un mondo tutto da scoprire, ogni giorno diverso e sempre più ricco di tesori naturali.
Praticare snorkeling in quel giardino di corallo e catturare pesci con le fotografie è stata la nostra attività principale. Nelle pause, tra una nuotata e l’altra, guardavamo increduli e divertiti una colonia di uccelli, sterne dal becco giallo, che puntualmente sostavano sul piccolo atollo prossimo alla riva, davanti a noi. Erano tante e si muovevano a ritmo quasi regolare, tutte insieme allineate verso un’unica direzione, e poi in un’unico battito di ali spiccavano il volo cantando, per poi riposarsi nuovamente sulla sabbia. Un invito a soffermarsi ad osservare con rispetto, ad ascoltare in silenzio, per poterle ammirare in tutta la loro generosa esplosione di vitalità.
Camminando sulla spiaggia verso Nord oltre il confine del villaggio, fuori dall’effetto oasi creato dall’uomo, in un clima inclemente mitigato dal vento, il deserto lascia spazio alle mangrovie, che colonizzano la riva del mare.
Si tratta di un’area protetta, come tutti i mangrovieti della costa sud del Mar Rosso, delimitata da un cartello appena leggibile che raccomanda di non inoltrarsi per non calpestare i virgulti appena nati. Il profondo rispetto per la natura che pervade i nostri sensi ha inibito il grande desiderio di inoltrarci tra le mangrovie, ma abbiamo comunque potuto osservarne la bellezza. La foresta si estendeva nella fascia litorale periodicamente sommersa dalla marea, costituita da piante prevalentemente legnose, distribuita su due fasce di vegetazione distinta, parallele alla linea di costa: una prima fascia era formata da piante quasi perennemente sommerse e una seconda mostrava soprattutto piante del genere Rhizophora, invase regolarmente dall’alta marea; qui erano presenti moltissime piccole e giovani piante, appena nate. Infine, un fitto insieme di arbusteti delimitava il mangrovieto verso l’interno.
Nel deserto, oltre il confine della spiaggia attrezzata con ombrelloni di legno e paglia, una coppia di falchi pescatori si riposava sulle dune sabbiose più alte. Bellissimi predatori, questi rapaci sono tipici delle zone umide, vivono in prossimità dell’acqua e frequentano paludi, stagni, fiumi e coste marine. Erano lì in evidenza, quasi tutti i pomeriggi, venivano a farci visita con la loro maestosa bellezza. Riuscivamo ad avvicinarci abbastanza, sembrava quasi volessero collaborare al nostro entusiasmo, il tempo di scattare qualche foto e volavano agili e fieri in punti lontani.
Verso sera, il sole che “tornava a casa” donava al nostro sguardo tramonti da sogno sulla spiaggia ormai quasi deserta. Spariva lentamente all’orizzonte e l’azzurro del mare immenso brillava sotto il cielo colorato di rosso dall’ultimo raggio di sole, regalandoci un’altra romantica emozione.