C’è un luogo in Kenya chiamato Chale Island, un’isola molto piccola, lunga 1,2 km e larga 800 metri, una baia di sabbia bianca come la neve di 10.000 metri quadrati, protetta dalla barriera corallina e, al di là del reef, dall’immensità dell’Oceano Indiano.

Si trova a sud di Diani Beach, distante soltanto 10 km da questa rinomata località turistica e circa 600 mt dalla costa del Kenya. Dall’aeroporto di Mombasa, superata in traghetto la Laguna di Gazi, sopportando una lunga coda per la moltitudine di gente in attesa, di improvvisati e malridotti camioncini carichi di merci di ogni tipo, di scolaresche intere, di capre e di polli, di carichi di frutta ed altri generi alimentari, si arriva all’imbarco per l’isola: quando è il momento della bassa marea si attraversa via terra, in caso di alta marea, l’isola può essere raggiunta soltanto via mare.

chale

“Chale” è il nome di un guerriero della tribù Digo che fu sepolto nell’isola e, in certi giorni dell’anno, i suoi discendenti ritornano per commemorarlo e per celebrare antichi riti sacri per il loro credo. La prorompente bellezza di questo piccolo angolo di paradiso naturalistico custodisce qualcosa di magico e di spirituale. Il manto ininterrotto di rigogliosa vegetazione tropicale che ricopre la roccia vulcanica, intensamente erosa dall’acqua e dal vento, racchiude una suggestiva foresta di mangrovie e un piccolo lago salato.

Vivono sull’isola i maiali selvatici, i babbuini, le scimmie colobo e bush baby che “piangono” di notte, molte specie di uccelli e farfalle, le tartarughe marine che scelgono la spiaggia per deporre le uova e poi nascere di nuovo. Esiste un solo Resort, che adotta una filosofia di vita eco-sostenibile, completamente nascosto dalla foresta e circondato da tantissimi, splendidi fiori, tra i quali le colorate e profumate orchidee tropicali.

Dopo poche ore dal nostro arrivo all’isola di Chale, già rilassati dal silenzio e dal mare caldo e trasparente, siamo stati testimoni di un evento straordinario: la schiusa delle uova della tartaruga di mare. I nuovi natii affannati, incuranti della nostra presenza, come piccoli automi programmati biologicamente, correvano per raggiungere il mare e quindi la salvezza.

caretta caretta

Caretta caretta gigas, è la tartaruga diffusa nell’Oceano Indiano, perfettamente adattata alla vita acquatica sia per la forma allungata del corpo, ricoperto da un robusto guscio, sia per la presenza di zampe trasformate in pinne. I piccoli, usciti dal guscio, impiegano dai due ai sette giorni per scavare lo strato di sabbia che ricopre il nido, raggiungere la superficie e quindi, in concomitanza dell’alta marea, dirigersi verso il mare, la memoria del nido consentirà loro di tornare sulla stessa spiaggia, venticinque anni dopo per nidificare.

Le sorprese sull’isola erano appena cominciate. All’ora del “Tea time” sono comparse le scimmie Colobo, abituate alla presenza degli ospiti del Resort.

colobo

L’aspetto di queste scimmie è caratterizzato dal vistoso contrasto tra il nero del corpo e il bianco della coda, del mantello e di una fascia che incornicia il muso. Vivono in diverse zone dell’Africa e gli habitat sono vari: la foresta pluviale tropicale, la foresta di montagna fino a 3000 mt di altitudine e i mangrovieti. Vivono sugli alberi nutrendosi soprattutto di foglie ma ho notato che non disdegnano un appetitoso pezzetto di biscotto o di torta dolce. Sono animali gregari, con gruppi formati da un solo maschio adulto e due o sei femmine con i loro cuccioli. Difendono il territorio, comunicando la loro presenza con caratteristici segnali vocali.

colobo

Gli effetti della marea a Chale sono particolarmente evidenti, l’altezza dell’acqua varia di circa sei metri e quando il mare si ritira lascia spazio a lembi di terra ricchi di vita; la spiaggia lucente è contornata da acque basse turchesi che sfumano in mille tonalità del blu, fino al verde smeraldo. Lì, distesi tra la sabbia e il mare trasparente, abbiamo abbandonato ogni pensiero per godere della pace dei sensi.

Il ciclo delle maree si ripete approssimativamente due volte al giorno e l’intervallo tra due alte o due basse maree successive è mediamente di 12 ore e 25 minuti circa. Da sempre uomini, animali e piante hanno dovuto adattare i loro ritmi di vita e il loro ciclo biologico a quello delle maree, soprattutto in quelle aree del Pianeta dove l’oscillazione delle acque è così ampia ed evidente.

bassa marea a chale

L’ affascinante luna, quindi, donava al mare, ogni giorno, l’acqua bassa e trasparente dove era possibile osservare attentamente ogni forma di vita, dalle nere stelle marine alla moltitudine di conchiglie variopinte, coralli ed alghe, ricci, piccoli pesci e granchi di tutte le dimensioni, persino negli anfratti più nascosti, rimasti quasi scoperti dal mare, spuntavano le murene; intanto, gli aironi bianchi con passi di danza, sembrava accompagnassero le nostre escursioni, volando a tratti intorno a noi. Approfittare della bassa marea per esplorare questo mondo meraviglioso, lungo tutto il perimetro dell’isola, era diventava la nostra attività principale e tutti i giorni traspariva una nuova avventura.

Un giovane babbuino è apparso all’improvviso a una distanza di appena due metri da noi; eravamo giunti in prossimità di un tratto di foresta a mangrovie che protegge una splendida baia, dove è possibile sostare soltanto durante la bassa marea. È stata una sorpresa inaspettata e strabiliante. Fiero, affatto timoroso, forse circospetto, ha lasciato che noi ci avvicinassimo per fotografarlo e ci ha permesso di seguirlo per un lungo tratto, mentre si allontanava nelle acque basse, verso il largo dell’Oceano.

babbuino a chale

I Babbuini sono presenti in quasi tutta l’Africa. Vivono in branchi misti, formati da più maschi adulti, un numero maggiore di femmine e i loro cuccioli, ma anche gruppi poligamici, nei quali è presente un solo maschio adulto. Sono animali onnivori, con una dieta costituita prevalentemente di vegetali: frutta, foglie, erba, semi e radici ma non esclude insetti e piccoli vertebrati, proprio quelli che cercava il nostro amico babbuino. Si sedeva a pelo d’acqua e attento, sguardo basso e corrucciato, con le mani catturava qualcosa per poi metterlo in bocca e masticare. Ha lasciato le sue impronte sulla sabbia bianca e immacolata e così, assalita da un pensiero, flashback delle mie ricerche scientifiche e dei miei studi, entusiasta di quell’incontro fortuito, ho appoggiato la mia mano sulla sabbia accanto alla sua impronta; l’immagine pubblicata parla da sola.

babbuino a chale

Le emozioni provate a Chale non finiscono qui. Abbiamo conosciuto Sale, un abitante dell’isola fino al momento della costruzione del Resort, obbligato quindi ad andarsene dal suo territorio d’origine, potendo tornare soltanto per proporsi come guida ai turisti e per ricordare spiritualmente i suoi avi. Sale, gentile, affatto invadente, simpatico e curioso delle nostre abitudini, desiderava soprattutto parlare e confrontarsi. Desideroso di conoscenza della cultura occidentale, così diversa dalla sua, quella africana, che lentamente cambia, drammaticamente si trasforma, dove tanti popoli hanno perduto i valori della tradizione, lasciando avanzare il vuoto, non riempito da altro che dalle epidemie, dalle stragi, dalla stregoneria, dallo sfruttamento esagerato della natura. Ma Sale e i suoi amici vivono ancora lì, sulla costa molto vicini a Chale Island, fieri della loro libertà, non hanno accettato finora di modificare uno stile di vita semplice, essenziale: pescano per sopravvivere e, bravissimi artigiani, lavorano il legno realizzando oggetti meravigliosi, accompagnano soltanto chi lo desidera alla scoperta di tutti i segreti di questa magica isola.

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