Diego Suarez e la sua Baia Incantata
“Non so bene dove andrò né dove finirò,
ma di certo sarà un posto vicino a una spiaggia,
in modo da poter cominciare ogni giorno
con la stessa tranquilla perfezione.”
John Grisham
Se si ha voglia di sognare al largo delle coste africane il Madagascar è il luogo ideale: un’isola unica per gli endemismi della flora e della fauna, unica per i suoi colori che avvolgono tutto, unica per l’atmosfera magica che si vive.
A Nord della Grande Terra, oltre alle foreste rigogliose di verde, sorge la baia di Diego Suarez, la seconda più grande del mondo. Qui, in evidenza, il “Pan di Zucchero” emerge dall’Oceano ostentando la sua inconfondibile bellezza. Inoltre, sono presenti numerose spiagge da non dimenticare.
Non è possibile raggiungere il Pan di Zucchero, bisogna accontentarsi di ammirarlo perché considerato un luogo sacro, “fady” in malgascio, vietato ai turisti, ma le spiagge sono accessibili e sono state la meta della nostra giornata.
Un prodigio della natura, distese di sabbia immacolata bagnate dal mare trasparente.
Partendo da Diego Suarez, dopo circa un’ora di percorso in auto 4×4 lungo una pista sterrata ed un paesaggio tutto da guardare, si giunge alla baia di Sakalava. Le altre due baie non sono molto distanti ma è necessario spostarsi sempre in auto poiché il cammino prosegue attraverso una strada appena accennata, all’interno di una foresta spinosa.
La baia di Sakalava, una lunga lingua di sabbia bianchissima, è considerata il paradiso dei surfisti, poiché situata nella zona più ventosa dell’isola dove le raffiche raggiungono i 25-30 nodi, ideale per chi ama sfidare le onde impetuose. Noi abbiamo soltanto ammirato lo strabiliante gioco del vento e del fluttuare del mare, sotto il cielo terso, variegato dai colori delle vele e dalle nuvole che, viaggiando veloci, disegnavano sul mare forme indefinite in continuo mutamento.
La baia dei Piccioni è separata dalla Baia delle Dune da un solo lembo di sabbia che forma una dolce collina. Le due spiagge offrono totale relax. Deserte, con il mare che appare blu intenso, turchese, striato di verde smeraldo e di tutte le sfumature immaginabili che esistono tra questi colori.
In questi luoghi tutto è armonia: la morfologia della costa che ripara l’insenatura dall’impeto del vento, il mare limpido e caldo, la luce del sole tropicale, le palme e la voce del cielo dove cantano, come piccoli angeli bianchi, i “gabbiani malgasci” (fetonte codabianca), la perfezione del paesaggio intorno a noi ospiti di una natura incontaminata.
Vedevo le spiagge dei dipinti di Monet con dodici tonalità di turchese, tra le linee del cielo sparivano i confini e la canzone del mare si perdeva sulla sabbia, fino a toccarmi il cuore.
Qui è la natura che regola i ritmi della vita: le tartarughe marine hanno scelto proprio la Baia delle Dune per nidificare, desiderose di quiete e di riservatezza per l’evento più importante della loro esistenza.
Ho nostalgia del camminare su quella riva, tra la sabbia e la schiuma della battigia. L’alta marea cancellerà le impronte e al vento svanirà la schiuma ma, sempre, quella spiaggia e quel mare resteranno nei miei pensieri.