Il primo impatto con Port Louis, la capitale, è stato sicuramente scioccante, dall’aeroporto, in qualunque direzione si debba andare, è necessario attraversare la città, sempre invasa da automobili, ne più ne meno del solito traffico della nostra civiltà europea. È la città principale di Mauritius, il porto più importante del paese ed il secondo centro finanziario dell’Africa dopo Johannesburg. Una città moderna che conta circa 150.000 abitanti.

Port Louis gode di una posizione geografica particolare, delimitata dalla catena montuosa Moka, si affaccia sull’Oceano Indiano, all’estremo oriente del continente africano.

Dalla cima del monte Signaux, si gode uno splendido panorama a 360 gradi su tutta la città, che appare oggi ricca di grattacieli ed edifici avveniristici creati tra gli anni novanta e 2000.

Siamo saliti sul punto più alto della fortificazione di Fort Adelaide, conosciuta anche come La Citadelle, costruita dagli inglesi nel 1835, da cui si domina la città.

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Dall’alto, Port Louis appare in tutta la sua essenza, con i tetti delle case e degli antichi edifici coloniali che rievocano le vicende storiche vissute, con i grattaceli che svettano tra le nuvole e trasmettono l’orgoglio di un’economia sempre crescente, con gli edifici di culto cattolici, cinesi, indiani e mussulmani che riflettono i ritmi regolari di ogni giorno ed, infine, il mare colorato dagli straordinari giochi di luce dell’azzurro che lambisce la città e sembra quasi volerla accarezzare.

Un luogo dinamico durante il giorno, dove si concentrano la maggior parte delle attività lavorative, ma al calar della sera Port Louis, abbandonata da migliaia di pendolari, cambia volto, appare una città quasi deserta, dove la musicalità delle forme del paesaggio naturale si unisce alla fantasia apparentemente evanescente di quello costruito.

L’ippodromo di Champ de Mars, realizzato nel 1812, si estende alle spalle del porto, vantando il primato del più antico dell’Oceano Indiano.

port louis

Furono gli olandesi a creare nella zona, un primo insediamento denominato “Noordt Wester Haven”; ma soltanto sotto il dominio dei francesi, a partire dal 1735, Port Louis divenne una vera e propria città e fu eletta a capitale, rappresentava una tappa strategica per il rifornimento delle navi che circumnavigavano l’Africa passando dal Capo di Buona Speranza. Il nome, Port Louis, in onore del re Luigi XV, fu scelto dal primo governatore Count Bertrand-François Mahé de La Bourdonnais; a lui è stata dedicata la statua che sorge solenne nella piazza centrale della città, sul lato rivolto al mare.

Per più di un secolo Port Louis fu teatro di una serie di disastri naturali, dovette sopravvivere a incendi, epidemie, cicloni tropicali e la malaria, che decimò la popolazione costringendo gli abitanti a trasferirsi sull’altopiano centrale dal clima più fresco e salutare. Ma la tenace città non si lasciò distruggere riprendendosi ogni volta egregiamente, fino a diventare nel novecento uno dei più importanti porti e centri finanziari dell’Africa.

Numerosi sono i luoghi di visita culturale all’interno della città, come i due musei dedicati alla storia dei francobolli di Mauritius, ricchi di rarità filateliche: il Blue Penny Museum e il Mauritius Stamp Museum. Il Mauritius Institute si dedica allo studio della fauna e della flora dell’isola, mentre il Museo di Storia Naturale racchiude un’attrattiva del tutto peculiare: la riproduzione di un esemplare di dodo imbalsamato, realizzata utilizzando l’unico scheletro rinvenuto di questo curioso uccello.

al mercato di port louis

La frenesia e il caos delle strade, il dedalo dei quartieri etnici, gli edifici coloniali perfettamente conservati, rendono Port Louis un luogo accattivante, un’insieme disordinato di gente e di culture diverse, con influenze dall’India, dall’Africa, dall’Occidente, dalla Cina e dal Medio Oriente, un piacevole accostamento di colori o di voluti contrasti che trova l’apoteosi nel mercato centrale della città, fulcro dell’economia fin dall’epoca vittoriana. Durante il mattino l’animazione raggiunge il massimo livello e dopo una lunga e totale immersione nella realtà culturale mauritiana ci ritroviamo a percorrere il lungomare del Caudan, localizzato a due passi dal suggestivo mercato. Qui, tutto è diverso, l’atmosfera cambia d’improvviso, il grande viale delimitato da ampi giardini e dal mare conduce al vasto quartiere moderno con eleganti negozi, bar e ristoranti, in netto contrasto con l’emozione appena vissuta. Ovunque nella città echeggia la musica che si mescola al caos e allo svolgersi frettoloso della giornata. Qui, come ancora in molti altri paesi dell’Oceano Indiano, il piacere unico e fascinoso del cantare è caratterizzato dall’antico e peculiare gusto del ritmo e del ballo, che continua sempre a sedurre coloro che ascoltano e osservano, così come lo ha sempre fatto nei secoli passati.