Girando per l’isola, assediata da case in cemento e negozi, in ordine sparso, con lunghissime file di pali elettrici che drasticamente rovinano le scene della natura, cercavamo di immaginare il paesaggio durante i secoli passati, quando il territorio era soltanto ricco di fiori e di animali selvatici. L’urbanizzazione, la deforestazione e il turismo sempre crescente hanno impoverito drasticamente la fauna che popolava l’arcipelago.

Ma, nonostante la sua modernità, l’isola vanta, tutt’oggi, il riconoscimento di secondo paese al mondo per purezza dell’aria.

fiori di loto

Fauna e flora danno vita ad un ecosistema estremamente ricco e stravagante, ma ciò che colpisce immediatamente l’attenzione, è la grande varietà ed abbondanza di uccelli che si vedono un po’ ovunque. Nel corso del tempo, le tante specie che colonizzarono l’isola trovarono l’ambiente ideale per moltiplicarsi ed evolversi indisturbate, fino all’arrivo dell’uomo. Tra le specie rare sono ancora presenti: il falco mauruziano e il piccione rosa con pochissimi esemplari, il rarissimo merlo cuciniere, il merlo mauriziano sentinella della foresta, il gallo dei boschi, l’uccello manioca, il rarissimo cardinal dalla testa rosso fuoco, il fetonte uccello marino dalla lunga coda rossa.

Una volta era presente anche lo strano e simpatico dodo, forse così denominato dal termine portoghese “doudo” che significa stupido.

senza Dodo ma...

Uccello tipico delle Mauritius, si estinse definitivamente nel XVII secolo. Grosso e pesante arrivò sull’isola dal continente africano e non trovando predatori perse l’abitudine a volare. È facile immaginare lo stupore che suscitò il dodo ai marinai delle prime navi portoghesi ed olandesi, approdate a Mauritius: centinaia di uccelli piuttosto grassi e incapaci di volare correvano sulla spiaggia incuriositi dai nuovi arrivati, facili prede per gli avventurieri affamati.

testapazza

Forse uno dei fattori determinanti della sua estinzione fu la distruzione del suo habitat da parte dei coloni, che condannarono il dodo disboscando l’isola e introducendo specie animali antagoniste come cani, maiali, ratti e scimmie.

macaco

La selezione naturale aveva fatto il suo corso, e il dodo da piccione quale era nato divenne un pacifico grosso, grasso gallinaccio che, con scarsa mobilità e con le uova deposte a terra, non riusciva a difendere la prole: altro probabile fattore che ha contribuito all’estinzione della specie. Infatti, il sapore della sua carne non risultava particolarmente gradito al palato dei coloni ma le uova restavano comunque commestibili sia per gli uomini sia per le gli altri animali da loro introdotti sull’isola. L’ultimo dodo sarebbe stato avvistato nel 1662. I suoi parenti viventi più prossimi sono probabilmente le Colombe coronate del genere Goura e il Diduncolo, il cui nome scientifico significa appunto “piccolo dodo”.

Rosso

La storia del dodo è sicuramente molto triste ma sua fine ingloriosa lo ha fatto diventare comunque un eroe. Da animale estinto, il dodo è presente ovunque a Mauritius perfino sullo stemma dell’isola. Dodo portachiavi, dodo pubblicitari, come soprammobili di tutte le dimensioni, di legno, di giada di metallo, come ciondoli d’oro, d’argento e incastonati da brillanti, dodo ricamati e stampati di tanti colori su stoffe e cartoline, dodo a forma di vassoi e dodo peluche. Un dodo sorridente appare nel marchio della fabbrica di birra Brasseries de Bourbon mentre un dodo pensieroso è anche il simbolo della Durrell Wildlife Conservation Trust, l’organizzazione fondata da Gerald Durrell con lo scopo di studiare e salvaguardare le specie in via di estinzione.

trampoliere

In letteratura il dodo si ritrova in numerose opere come “Il diario di Adamo e di Eva” di Mark Twain e il libro di fantascienza “The Last Dodo”. Oltre alle apparizioni in fumetti, cartoni animati e telefilm, famosa è l’apparizione del dodo nel film “L’era glaciale”(2002).

Lewis Carroll, nel suo racconto “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”, con questo personaggio rappresentava umoristicamente se stesso nell’atto di pronunciare il suo vero nome “Do-Do-Dodgson”. Il Pokémon Doduo e Dodò, è il protagonista di un programma per bambini. Viene ricordato anche da numerosi artisti musicali, quali i Genesis (nell’album Abacab), e Dave Matthews.

Il poeta Hilaire Belloc scrisse una poesia sul dodo, (The Bad Child’s Book of Beasts, London, Duckworth, 1896): “Il Dodo usava andare in giro, E prendere il sole e l’aria. Il sole brilla ancora sul suo terreno natio – Il Dodo non c’è più! La voce che usava per starnazzare e squittire, E’ ora per sempre muta – Ma puoi vedere ancora il suo scheletro ed il suo becco, Tutti nel mu-se-o”