Dedicato a Castelluccio di Norcia
Da vari anni e per diversi motivi rimandavamo il viaggio a Castelluccio di Norcia per assistere al fantastico spettacolo della fioritura dei campi coltivati a lenticchie. Quest’anno abbiamo finalmente deciso e a giugno, in occasione della tradizionale festa della fioritura, eravamo nella piana, carichi di macchine fotografiche e tanto entusiasmo. Con nostra grande delusione, se pur incantati dalla peculiare bellezza del paesaggio, i fiori con i loro colori non c’erano, apparivano soltanto esigue macchie di fiordalisi blu. Il freddo prolungato dell’inverno aveva ritardato il grande evento di circa un mese.
A luglio siamo ritornati e per descrivere la bellezza che si mostrava ai nostri occhi non servono parole, sono le immagini pubblicate che evidenziano la fioritura, tanto meravigliosa da non sembrare vera: uno dei rari esempi del perfetto sodalizio dell’opera dell’uomo con il paesaggio naturale. Dopo il terremoto devastante di magnitudo 6.5 avvenuto domenica scorsa, il piccolo paese di Castelluccio con il suo centro storico è distrutto, la strada per arrivare è ormai impraticabile e la piana coltivata si è abbassata di quasi mezzo metro.
Tutto è cambiato, l’incanto dei campi fioriti è svanito in pochi secondi, la forza della terra si è scatenata in Umbria e nelle Marche e di Castelluccio, un piccolo gioiello incastonato tra i Monti Sibillini, sono rimaste soltanto macerie. Internet mostra immagini terribili che infondono una tristezza infinita. Il lento ed inesauribile movimento delle terre e dei mari è incessantemente presente e ora nel centro della nostra penisola, così piccola e fragile rispetto al resto del mondo, le fratture profonde nelle rocce si muovono, avanzano e creano attriti fortissimi che fanno tremare tutto in superficie dove una immensa energia libera la sua forza e il territorio si trasforma.
Sono proprio questi eventi, insieme alle eruzioni vulcaniche, che nel corso delle ere geologiche hanno creato gli splendidi paesaggi che oggi ammiriamo nella nostra regione e sono sempre loro che li fanno mutare, distruggendoli e ricreandoli, senza riguardo per l’opera dell’uomo. La gente di Norcia permetteva a Castelluccio di vivere. Il paese si risvegliava in estate quando una moltitudine di turisti affollava la piana con i suoi campi fioriti, gli agriturismi e i ristoranti del paese, per godere della bellezza, del fascino della montagna e del gusto dei sapori enogastronomici tipici della zona.
Nei miei pensieri c’è la consapevolezza di aver potuto vedere almeno per una volta quella peculiarità paesaggistica ed ambientale nota in tutto il mondo, ma nel mio cuore sento uno strano dolore la nostalgia per qualcosa che forse non vivrà mai più. Il popolo umbro è orgoglioso e tenace, amante profondo della propria terra, dei lunghi inverni, della neve e dei silenzi ed anche se ora tra le mani non possono stringere più nulla, nei loro occhi risplenderà per sempre la luce dei ricordi per lasciarsi trasportare in un nuovo viaggio per ricominciare, una volta ancora.
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