Procioni, una banda di teneri ladri
Durante la nostra prima visita al Parco Manuel Antonio, in Costa Rica, abbiamo finalmente capito perché tutte le guide naturalistiche che accompagnavano le nostre escursioni, raccomandavano di non dare troppa confidenza ai procioni ed ai coati che avremmo incontrato durante il cammino. Sono animali simpatici, socievoli e molto belli ma sono anche dei veri e propri ladri, che utilizzano le zampe anteriori per rubare borse e quant’altro possano afferrare. “…per loro tutto è comida” così ci dicevano le guide avvertendoci che una nostra distrazione avrebbe potuto comportare il furto delle borse da parte dei procioni.
I procioni mangiano praticamente di tutto: pesci, topi, insetti, uova, frutta e piante, comprese quelle coltivate nei giardini e nelle fattorie. Sono persino capaci di aprire i bidoni della spazzatura e mangiarne il contenuto, ed altrettanto fanno i coati, cugini stretti dei procioni. Questi mammiferi sono furbi ed opportunisti ma soprattutto in Costa Rica non temono l’uomo e la loro intraprendenza può esprimersi liberamente.
Dopo aver visitato il parco in lungo ed in largo, abbiamo sostato su una delle tre spiagge di sabbia bianca che lo caratterizzano e lo rendono prezioso, per riposarci e bagnarci nelle limpide acque del mare.
Memori delle raccomandazioni delle guide, avevamo sistemato la busta con il pranzo (a base di frutta), in alto su un ramo. Mentre, deliziati dalle acque calde dell’Oceano e dal sole, nuotavamo rilassati senza pensieri ma con lo sguardo alla riva, il procione ladro si è avvicinato e in un attimo, senza esitazioni ha rubato la busta con la frutta. Sono corsa verso di lui e ho lottato per riconquistare il nostro pranzo. Ho tirato e lui tirava, ho minacciato strillando ma nulla serviva a distogliere il procione. In quel momento pensavo che avrei sicuramente perso quella disputa, lui non demordeva e mi guardava con fare deciso. Avrei voluto toccarlo, accarezzarlo, provavo tenerezza per quella tenacia che stava dimostrando verso un essere umano ma dovevo vincere sia per non incentivare l’istinto truffaldino del procione, sia perché quella frutta sarebbe stata l’unica nostra fonte di sostentamento fino alla sera, vista la totale mancanza di infrastrutture del parco. All’improvviso ho avuto la brillante idea di lasciare quel “tira e molla” col procione, battendo forte le mani e questo lo ha fatto scappare.
Non contento, il procione si è diretto verso un altro gruppo di turisti distesi al sole molto lontano da noi e questa volta ha vinto: con le sue agili zampe anteriori e le lunghe dita è riuscito a rubare una borsa ed è scappato nel folto della foresta. Intanto, l’odore della nostra frutta attirava iguane e scimmie, molto più facili da allontanare.
Ad avvalorare la reputazione di ladruncolo del procione, contribuisce la sua mascherina di pelo nero attorno agli occhi, in forte contrasto con il colore bianco che la circonda, caratteristica evidente che sembra ricordare la maschera di un bandito.
Durante i nostri viaggi in Costa Rica abbiamo incontrato spesso procioni e coati che nel complesso sono mammiferi onnipresenti, estremamente adattabili ai diversi ambienti, popolano foreste, paludi, praterie e persino città.
La sua astuzia è dimostrata anche nella scelta della posto nel quale rintanarsi come per esempio abitare il buco di un albero, un tronco caduto in terra, oppure la soffitta di una casa.
In località Arenal, i coati venivano regolarmente a perlustrare il nostro terrazzo e, se la porta-finestra della stanza era aperta, cercavano di entrare, incuranti della nostra presenza. Durante le passeggiate nello splendido parco dell’Observatory Lodge, capitava ogni giorno di incontrare gruppi numerosi di coati che, crogiolati placidamente sui rami degli alberi, mangiavano i frutti con meticolosa perizia.
L’origine di questi animali è molto antica, risale a circa 25 milioni di anni fa, come testimoniato dai ritrovamenti fossili in Francia ed in Germania. Successivamente alla loro comparsa nel Nord Europa, circa 6 milioni di anni più tardi, dopo aver attraversato lo Stretto di Bering, gli antenati degli attuali procioni migrarono in America Centrale ed oggi molte specie vivono anche sulle isole tropicali.
La mascherina attorno agli occhi del procione, spesso interrotta da una striscia bruno-nerastra che si estende dal naso alla fronte, le orecchie leggermente arrotondate e ricoperte di pelo bianco e gli inconfondibili anelli chiari e scuri che si alternano sulla coda, sono le sue caratteristiche peculiari: una ricca dolorazione che permette a questo simpatico animale di riconoscere rapidamente l’espressione facciale e la postura degli altri membri della propria specie.
I procioni ed i coati sono animali comuni, facili da vedere e con i quali è anche semplice interagire ma osservarli nel loro habitat, indisturbati, liberi e senza timore è stata una ennesima emozione che il Costa Rica ci ha regalato.