Grafit, anima che accarezzo a sera

 

“Anima che accarezzo a sera, e sei un cane

stanco, ma un cane sempre fedele. Un cane

che balbetta un nome: padrone, padrone mio.

Non lasciarmi anima cane, non lasciarmi mai”

Alda Merini (1931-2009)

 

Amo tutti gli animali piccoli, grandi, belli e brutti, forse perché anche io sono un animale ma, in particolare ho una passione profonda per i cani e soprattutto per il mio Grafit.

Grafit è un dobermann molto bello, abbastanza educato, con un forte istinto per la guardia della casa ma principalmente per la protezione di Giorgio, che lui ha scelto quale capo-branco. Giorgio appare un dio agli occhi di Grafit, cioè enormemente potente e onnisciente, che ama, odia, desidera, premia e castiga e Giorgio diviene così un cane più grande del normale e straordinariamente sapiente, diverso senza dubbio nella forma e nei modi dalla media dei cani, purtuttavia canino nella sua natura essenziale. Questo non significa che Grafit non mi voglia bene, anzi il suo amore nei miei confronti lo dimostra continuamente, sia quando rientro a casa con le sue effusioni di benvenuto, sia nell’invitarmi a giocare con la preziosissima palla. Ficca il suo lungo muso dappertutto e non si stanca mai di giocare, volendo sempre attenzioni continue.

Quello che ammiro sono l’immediatezza e l’intensità con le quali Grafit esprime le proprie emozioni. Quando si esce per fare una passeggiata lui esplode in una danza di festeggiamenti che si conclude con una corsa frenetica tutt’intorno al giardino, come se la sua gioia fosse incontenibile. Lo stesso accade quando è ora di mangiare e si pronuncia la “parola chiave”: pappa! In questo caso oltre al girotondo, Grafit lancia un forte abbaio di felicità.

Al contrario, il “no”, rappresenta un dolore quasi intollerabile e Grafit assume così un’espressione profondamente delusa. Forse non si dovrebbe mai pronunciare un diniego ad un cane, perché per lui la parola “no” è letteralmente devastante, Grafit entra in una sorta di cupa tristezza dalla quale sembra non riuscire più a risollevarsi. Dopo poco però si riprende e in questo lo invidio. Si, perché lui vive un’emozione in tutta la sua potenza ma una volta che è finita, è pronto per una nuova esperienza. Non spreca tempo a ripensare al passato o ad aspettare con ansia un futuro temuto, ma vive sempre immerso nel presente.

Appassionato, confuso, facilmente deluso, avido di divertimento, grato per ogni gentilezza e per la minima attenzione.

In rari momenti delle nostre giornate può capitare di dimenticare la presenza di Grafit ma lui arriva vicino, con la sua testa liscia, setosa e giunge calda ed umida una leccata sulla mano. E, quando arriva la notte, prima di addormentarci, Grafit controlla i nostri sentimenti, all’improvviso accanto a noi, con i suoi grandi occhi scuri, ci fissa e sembra dirci: guardatemi e sorridete! Poi morde le nostre mani, piano piano, le mastica dolcemente perché crede di farci piacere e vuole prepotentemente una serie infinita di coccole e di grattini sul muso.

Un momento particolare è quando incrocio gli occhi di Grafit che aspetta la carezza del buongiorno. Cosa mai vede di così buono in me da guardarmi con tale venerazione? Quando riceve questo leggero omaggio il suo corpo trasale, si contrae e si emoziona, esprime delicatezza e tenerezza che solo le code felici dei nostri amici pelosi possono raggiungere.

Non abbaia mai fuori luogo, non morde mai senza ragione, possiede bellezza ma non vanità, la forza ma non l’arroganza, il coraggio ma non la ferocia e tutte le virtù dell’essere umano senza i suoi vizi. E’ sincero, non mente, non inganna, non tradisce, è generoso, altruista, ha fiducia. Posso dire qualsiasi idiozia a Grafit e lui mi restituisce uno sguardo che dice: “hai ragione! Come ho fatto a non pensarci”.

Grafit ha soltanto un anno e mezzo, è ancora un cucciolone e tutta la sua esistenza la passerà insieme a noi che ormai possediamo un all’alleato fidato, indistruttibile.

Credo che i cani siano esempi di vita, creature meravigliose che donano amore incondizionatamente.

Vedi anche: Grafit, il nostro cucciolo di dobermann