Roma in 5 giorni – Secondo giorno

Percorso      Da Città del Vaticano a Trastevere

Da visitare: Città del Vaticano – Castel Sant’Angelo – Gianicolo – Trastevere

Il secondo giorno dell’itinerario comincia con la Città del Vaticano e la splendida Basilica di San Pietro che domina lo sguardo del visitatore sin dall’inizio di via della Conciliazione.
Nessuna immagine raffigurata può eguagliare l’impatto sul visitatore della vastità dell’edificio, dello splendore delle decorazioni e delle opere d’arte che contiene. Una volta qui, è necessario visitare i Musei Vaticani e le loro immense ricchezze artistiche, frutto di secoli di collezionismo e commissioni papali.

Percorrendo via della Conciliazione si giunge a Castel Sant’Angelo, la fortezza dei papi edificata nel Medioevo sui resti della tomba dell’imperatore Adriano (II sec.d.C).

Da Castel Sant’Angelo è facile raggiungere la collina del Gianicolo, dalla quale il panorama mostra in evidenza tutta la città.
Da qui si consiglia di proseguire verso la zona di Trastevere, l’ideale per una passeggiata tra vicoli, piazze e colori che conservano ancora oggi un carattere autenticamente romano. Trastevere offre una grande varietà di ristoranti e locali in cui fermarsi per riposarsi o trascorrere allegre serate nel cuore autentico di Roma.

Castel Sant’Angelo

I giardini della Mole Adriana circondano Castel Sant’Angelo, denominato anche Mausoleo di Adriano. Si tratta di uno dei monumenti più affascinanti di Roma, collegato allo Stato del Vaticano attraverso il corridoio fortificato del “passetto”. Il castello, situato sulla sponda destra del Tevere, di fronte al ponte Sant’Angelo, è stato radicalmente modificato più volte in epoca medioevale e rinascimentale.

Il Mausoleo ospitò i resti dell’imperatore Adriano e di sua moglie Sabina, dell’imperatore Antonino Pio, di sua moglie Faustina maggiore e di tre dei loro figli, di Lucio Elio Cesare, di Commodo, dell’imperatore Marco Aurelio e di altri tre dei suoi figli, dell’imperatore Settimio Severo, di sua moglie Giulia e dei loro figli e imperatori Geta e Caracalla.

Nel 403 l’imperatore d’Occidente Onorio incluse il mausoleo nelle Mura aureliane e fu allora che perse la sua funzione originaria di sepolcro diventando un fortilizio a difesa di Roma (castellum). Salvò l’area del Vaticano dal sacco dei Visigoti di Alarico nell’anno 410 e dei Vandali di Genserico nel 455. Il suo possesso fu oggetto di contesa di numerose famiglie nobili romane e nella prima metà del X secolo la mole diventò la roccaforte del senatore Teofilatto e della sua famiglia, la figlia Marozia e il nipote Alberico, che la utilizzarono anche come prigione, uso che il castello conserverà fino al 1901.

Il nome della via dove è situata la nostra casa è dedicato al figlio di Maronzia, Alberico II, avuto dal suo primo matrimonio con Alberico I marchese di Spoleto Nei secoli successivi il Castello passò di mano in mano, diventando una roccaforte a difesa della sede apostolica. Per garantire una maggiore sicurezza al Palazzo Vaticano venne costruito il celebre “passetto”, che costituiva il passaggio protetto per il pontefice dalla basilica di San Pietro alla fortezza.

Durante una solenne processione penitenziale allo scopo di allontanare una grave pestilenza che affliggeva la città di Roma, il papa giunto in prossimità della Mole Adriana, ebbe la visione dell’arcangelo Michele che rinfoderava la sua spada. La visione venne interpretata come un segno divino preannunciante l’imminente fine dell’epidemia, cosa che effettivamente avvenne. Da allora i romani cominciarono a chiamare Castel S. Angelo la Mole Adriana e a ricordo del prodigio venne collocato sullo spalto più alto del Castello un angelo nell’atto di rinfoderare la spada. Ancora oggi nel Museo Capitolino è conservata una pietra circolare con impronte di piedi che, secondo la tradizione, sarebbero quelle lasciate dall’Arcangelo quando si fermò per annunziare la fine della peste.

Dopo l’Unità d’Italia venne inizialmente impiegato come caserma, poi fu destinato museo e inaugurato nel 1906.

All’interno di Castel Sant’Angelo numerosi ambienti furono adibiti a prigioni. La cella più malfamata era quella detta Sammalò o San Marocco, dove il condannato veniva calato dall’alto e avendo pochissimo spazio restava mezzo piegato, una vera tortura. Esistevano anche celle destinate agli ospiti illustri quale, per esempio, Benvenuto Cellini. L’artista riuscì ad evadere una sera, durante una festa al castello, calandosi dall’alto del muro di cinta con una corda fatta con le lenzuola. Catturato nuovamente, fu ricondotto a Castel Sant’Angelo e rinchiuso nelle celle a prova di evasione, le “segrete” ma dopo un anno fu graziato dal papa. La sua cella è divenuta famosa perché, si narra che su una parete Cellini disegnò con un rudimentale carboncino, un Cristo risorto. Un’altra cella lussuosa fu la Cagliostra, dove fu imprigionato l’avventuriero Giuseppe Balsamo, detto Cagliostro.

Numerosi furono i detenuti illustri nelle celle di Castel Sant’Angelo, tra i quali gli umanisti Platina e Pomponio Leto, Beatrice Cenci, e Giordano Bruno, oltre ai patrioti italiani durante il Risorgimento.

Le prigioni costituiscono lo scenario del terzo atto della Tosca di Giacomo Puccini, ambientata a Roma nel 1800: il pittore Cavaradossi, condannato a morte, finisce nel carcere di Castel Sant’Angelo; qui nel cortile viene fucilato e la sua amante, Tosca, per la disperazione, si uccide buttandosi dagli spalti del castello

Sul modello di Castel Sant’Angelo fu edificata nell’Abbazia di Novacella in Alto Adige, nel XV secolo, una singolare chiesa rotonda concepita come una fortezza a difesa contro i turchi e dedicata all’Arcangelo Michele, detta, proprio per il suo carattere fortificato, “Engelsburg”.

Il castello è presente come ambientazione nel libro Angeli e demoni di Dan Brown.

 

 Trastevere

Il nome di questo storico e pittoresco quartiere di Roma deriva dal latino trans Tiberim (“al di là del Tevere”), Si trova sulla riva destra del Tevere, a sud della Città del Vaticano, e comprende la pianura sull’ansa del fiume e la collina del Gianicolo. Al tempo della fondazione di Roma la zona di Trastevere era una terra ostile che apparteneva agli Etruschi di Vejo, contesa con la neonata città perché strategica per il controllo del fiume, del guado dell’Isola Tiberina e dell’antico porto fluviale. Fu successivamente collegata al resto della città tramite il Ponte Sublicio da cui partiva la via verso le saline del Mar Tirreno e in seguito la Via Aurelia verso le città etrusche. In età repubblicana, si popolò di quei lavoratori le cui attività erano legate al fiume, come marinai e pescatori, insieme a immigrati orientali, principalmente ebrei e siriani. Per questo nella zona sorsero alcuni templi di culti orientali, tra cui il cosiddetto Santuario siriaco sul Gianicolo. La considerazione della zona come parte della città inizia con l’imperatore Augusto che divise il territorio di Roma in 14 regioni; l’attuale Trastevere era la quattordicesima ed era chiamata regio transtiberim. La regione rimase però fuori dalle mura fino alla costruzione delle Mura Aureliane, che inglobarono Trastevere. Grazie al carattere suburbano del territorio, nel periodo imperiale molte personalità decisero di costruire la propria villa a Trastevere, tra cui quella di Clodia e di Giulio Cesare (Orti di Cesare)

Il Trastevere del Medioevo aveva vie strette, tortuose e irregolari; dove non c’era spazio sufficiente per il passaggio dei carri. Alla fine del Quattrocento Trastevere era ancora un labirinto di viottoli dove era intenso il contrasto tra le ricche e possenti abitazioni dei signori e le casupole delle persone più povere. Grazie all’intervento di papa Sisto IV, vennero lastricate alcune strade, prima con mattoni di laterizi messi a spina di pesce, poi con i sanpietrini, più adatti alle ruote dei carri. Un vero cambiamento ci fu nel 1586 con papa Sisto V che fissò i quattordici rioni di Rom e in tale suddivisione, Trastevere era il XIII e ad esso era stato incorporato anche il rione Borgo. A causa del parziale isolamento (si trovava al di là del Tevere) e all’ambiente multiculturale fin dal tempo dell’antica Roma, gli abitanti di Trastevere, chiamati trasteverini, venivano a formare quasi una popolazione a sé stante: popolani di nota tenacia, fierezza e genuinità. Inoltre, le donne erano considerate particolarmente belle, con occhi e capelli molto scuri e dai lineamenti accattivanti. Nel 1744 papa Benedetto XIV revisionò la delimitazione dei rioni di Roma dando a Trastevere gli attuali confini e nel 1870 furono costruiti i muraglioni per bloccare le inondazioni del Tevere, ciò portò sicuramente una maggiore sicurezza a prezzo della distruzione di tutti i posti più caratteristici che si trovavano sulla riva. Nel rione nacque Alberto Sordi, in una casa demolita ricordata in una targa commemorativa in via San Cosimato. Caratterizzano la zona anche i monumenti a Giacchino Belli e al poeta romano Trilussa. Oggi Trastevere mantiene ancora il suo carattere grazie alle strade tortuose coperte di sanpietrini su cui si affacciano case popolari medievali. La notte si anima di persone, sia italiane, sia straniere, grazie alla ricchezza di ristoranti tipici romani, locali e pub per ogni gusto e fascia di prezzo.

Tra i monumenti e i luoghi di interesse del quartiere si trovano:

Complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande, Palazzo Corsini, Palazzo del Ministero della Pubblica Iatruzione, Palazzo Corsini, Villa Abamelek, Villa Farnesina, Villa Lante, Villa Sciarra, Villa Spada, Villa Leone Caetani, Carcere di Regina Coeli.

Inoltre, da vedere con attenzione sono la Fontana dell’acqua Paolo e la Fontana di Piazza Mastai. Inoltre, è presente nel quartiere l’interessante e piacevole Orto Botanico di Roma

 

Le architetture religiose del quartiere sono numerosissime e tra queste la più nota è la Basilica di Santa Maria in Trastevere.

 

Il rione nella parte più antica è un intreccio di vicoli punteggiati da numerose piccole piazze. Spiccano poi degli interventi successivi sul territorio, attuati per creare piazze più ampie e funzionali e generalmente risalenti all’apertura di viale Trastevere, in origine denominato prima viale del Re, poi viale del Lavoro e viale dei Lavoratori.

 

Gianicolo

Egli saliva al colle… e Roma era ai suoi piedi” (Giovanni Pascoli)

Il Gianicolo è un’altura romana di circa 82 metri, dalla quale è possibile ammirare uno splendido panorama su tutta la città di Roma. Una volta giunti alla sommità del colle, sulla piazza che ospita la statua di Garibaldi, nelle limpide giornate invernali, il fascino della città appare con tutta la sua potenza: si dominano millenni di storia e le innumerevoli chiese emergono con cupole e campanili ed osservando Roma da questo luogo, l’emozione, interrompe per un attimo il respiro, per poi aprire a nuovi sguardi. Si gusta subito l’aspetto poetico di questo panorama, la dolce morfologia dei sette colli, si unisce alla fantasia apparentemente evanescente di tutti quei palazzi antichi e monumenti che rievocano le vicende storiche vissute.

Raggiungere il Gianicolo è molto facile ed è possibile farlo tranquillamente a piedi in circa 20/25 minuti partendo da Piazza San Pietro. Oltrepassata Via della Conciliazione, che sulla destra mostra il “Cupolone”, si costeggia la riva destra del Tevere e si supera l’Ospedale Santo Spirito, situato nello splendido complesso architettonico che porta lo stesso nome, al semaforo si gira sulla destra per attraversare la Piazza, crocevia di traffico intenso. Qui è visibile la strada in salita che costeggia la collina del Gianicolo e che vi condurrà con un poco di pazienza, tra verde ed arte, sulla Piazza principale.

«A maggior comodo del pubblico, affine di ovviare al disordine che può non di rado arrecare il diverso andamento di tanti orologi in questa Capitale, per ordine superiore cominciando da domani un colpo di cannone tirato dal forte S. Angelo annunzierà ogni dì alla popolazione il vero istante e preciso del mezzogiorno, quale a punto dovrebbe essere in pari tempo indicato da tutti gli orologi ben regolati della città». Questa notizia era scritta nel “Diario di Roma” del 30 novembre 1847.

Da quel giorno, tutti i giorni il cannone spara, a salve, a mezzogiorno in punto. Il botto, si sente perfettamente dalla nostra casa e, nei rari giorni in cui la città è meno rumorosa, come la domenica o nel mese di agosto, si può sentire fino all’Esquilino.

La pendice orientale del Gianicolo digrada verso il fiume Tevere e alla base si trova lo storico rione di Trastevere, mentre quella occidentale, meno ripida, costituisce la parte più antica del quartiere di Monteverde.

Nell’antichità, un’area del Gianicolo era coperta di boschi sacri dedicati, con un tempio, alla divinità Furrina ed oggi, rimane un piccolo Parco in memoria della passata gloria degli alberi che lì vivevano. Etruschi, papi, Unitá d’Italia: la storia è passata per questo ottavo colle, dove è facile, con un poco di fantasia, immaginare il paesaggio di un mondo antico, così come appariva ai fondatori della città di Roma.