L’oasi di Ninfa

Magica e misteriosa dimora delle dee dei boschi e delle acque, Ninfa è un’Oasi di Protezione Naturale, dal 1976. Situata sulla fascia pedemontana dei Lepini, tra Sermoneta e Norma, rappresenta un felice connubio tra monumento e ambiente, dove l’opera dell’uomo è costantemente presente ma impercettibile, dettata dalla sensibilità, dall’amore e dal rispetto per questo affascinante e suggestivo angolo di natura. Al centro di 1852 ettari è situato il giardino all’inglese, impiantato per la prima volta nel 1620 dal duca Francesco Caetani e, dopo anni di abbandono, soltanto nel 1922, ad opera di Gelasio Caetani, risorse il fiorente borgo medievale e nacque lo splendido, romantico giardino, famoso in tutto il mondo. Con oltre un migliaio di piante diverse, la natura di Ninfa si manifesta in tutta la sua incantevole esuberanza. La vegetazione, grazie ad un particolare microclima, influenzato soprattutto dalla ricchezza di acque sorgive, prospera rigogliosa, ammaliando, con la sua bellezza e la sua varietà di forme e di colori, chiunque la voglia ammirare.

Per entrare nel giardino si attraversa un lungo viale costeggiato da maestosi cipressi; tra melograni, aceri bianchi e lillà della California, si possono ammirare spettacolari esemplari di rose e giungere fino ai resti della chiesa di Santa Maria Maggiore, la più imponente delle sette chiese racchiuse entro le mura di Ninfa. Nella valle dei ciliegi da fiore si trova un boschetto di banani e, in lontananza, appaiono i resti della Chiesa di San Biagio, la più antica di Ninfa.

Lungo il viale degli Allori, luogo eletto dalle farfalle per riprodursi, si incontra un magnifico acero giapponese altro 3 metri e mezzo, il più grande d’Europa. Le sponde del fiume Ninfa accolgono le enormi foglie della Gunnera manicata, pianta brasiliana tipica degli ambienti fluviali amazzonici, mentre un suggestivo e piccolo bosco di bambù, originari della Cina, si innalza vicino ad una limpida sorgente d’acqua.

Rose di ogni colore, piante esotiche e alberi secolari si uniscono nell’Oasi di Ninfa ad uno degli scenari di acque e di verde più belli di Italia.

ninfa fiume

Ed ancora una volta è l’acqua la grande protagonista di questo spettacolo della natura. Le acque che sgorgano dalle sorgenti carsiche di Ninfa, le più settentrionali dei Monti Lepini, sono eccellenti per uso potabile ed industriale; mostrando un tenore in sali disciolti di 0,3 g/l, una temperatura di circa 14°C, e ph 7,2 sono acque bicarbonato-calciche-alcalino-terrose, cioè relativamente incrostanti, non corrosive per i metalli e, comunque, le migliori in assoluto tra le acque sorgentizie che scaturiscono lungo la fascia pedemontana dei Lepini. L’ottima qualità di queste acque e la loro quota di emergenza, 29 metri, la più alta fra tutte le sorgenti pedemontane, le rendono da sempre particolarmente idonee al consumo dell’uomo, che da secoli ne conosce i pregi. Vengono in parte captate per alimentare Bassiano, Norma, Sermoneta e la città di Latina.

Uno sbarramento artificiale ha consentito la formazione di un modesto invaso, profondo circa 6 metri, che da vita al lago di Ninfa, là dove, in età classica, sorgeva un piccolo tempio dedicato alle ninfe. Piccolo gioiello di natura dall’alto valore paesaggistico, il lago di Ninfa ha da sempre ispirato la creatività, la fantasia e il sentimento di pittori, poeti e viaggiatori.

ninfa

In passato, nelle sue acque si abbeveravano i bufali, oggi il lago è un unico con i ruderi ed il giardino, circondato dal canneto e ricoperto da ninfee, avvolto da un’atmosfera fuori dal tempo……..

Ninfa era figlia di un re che desiderava ardentemente liberare il suo regno dalla palude. Convocò i re confinanti: Martino, buono e saggio; Moro, malvagio ed esperto in arti magiche.

Il padre di Ninfa promise in sposa la figlia a chi fosse riuscito nell’impresa. Martino, che Ninfa amava segretamente, si mise subito all’opera e con grandi sforzi scavò un canale, Rio Martino, che però non riuscì a cancellare la palude.

Moro aspettò l’ultimo dei giorni assegnati e con sortilegio deviò le acque al mare liberando il regno dal pantano. Ninfa gli spettava in sposa, ma la fanciulla preferì la morte gettandosi dalla torre nel lago. Immediatamente il sortilegio svanì e sulla pianura tornarono palude e malaria.

Per visitare l’Oasi di Ninfa bisogna prenotarsi se si desidera una visita guidata ed informarsi sui sabati e domeniche di apertura. Immersi nella natura, attraverso un itinerario storico ed artistico, sarà possibile rivivere il passato, tra leggenda e realtà, nel misticismo che questo luogo trasmette ancora, mostrando il suo paesaggio peculiare.