Il profumo intenso, il sapore pieno ma equilibrato delle pietanze della cucina mauritiana evocano le vaste geometrie dei campi coltivati a ridosso delle montagne, il calore del sole, i colori delle rocce e del mare, la rossa e fertile terra vulcanica.

Una cucina gustosa ma salutare, insaporita naturalmente dalle spezie e povera di grassi, dove sono protagonisti il pesce e le verdure. Il pane, tiepido e fragrante, viene servito col burro o con l’olio, e alla fine di ogni pranzo sostanzioso si può concludere con una tisana digestiva allo zenzero o alla citronella e, perché no, con un buon caffè.

al mercato

Con le immagini fotografiche si possono fissare luci e colori, ma è impossibile imprimere i profumi di Mauritius dove tutto sa di spezie e di frutta. L’aria tropicale accarezza la canna da zucchero, coltivata a perdita d’occhio in buona parte del territorio, e diffonde l’odore della terra, dei fiori e delle miracolose erbe locali. È la magia delle erbe, delle spezie e dei frutti di questo territorio generoso a dare il tocco originale alla cucina mauriziana, che racchiude un insieme sorprendente di tradizioni culturali gastronomiche: il gusto deciso e piccante della cucina indiana si sposa con la cucina cinese, con la delicatezza di quella europea e risente delle influenze del gusto africano, creando pietanze particolari.

Mentre la colazione degli abitanti di Mauritius varia secondo l’origine culturale di ognuno, il piatto tipico dell’isola è denominato “carri” e consiste in verdure, carne o pesce serviti insieme al riso e conditi con le immancabili spezie.

Le bevande nazionali sono il rum, che secondo gli esperti è migliore di quello caraibico, e la tipica birra Phoenix, che viene consumata in grandi quantità, ma nella preparazione dei cocktails con rum e frutta fresca i mauritiani sono dei veri artisti.

frutta

Per la nostra colazione potevamo scegliere fra una vasta gamma di prelibatezze dove l’ingrediente principale era la frutta fresca con noci di cocco, frutti della passione viola e gialli, papaie, succosi “dragon fruit” dalla polpa fucsia edolcissime banane flambé.

Un semplice succo di frutta diventava una vera goduria, preparato con ananas e arancia freschissimi, da poter sorseggiare anche in riva al mare. Le marmellate e il tè verde o il tè nero, aromatizzato allo zenzero, alla menta, al cocco o alla vaniglia coloravano le tavole ed emanavano preziosi profumi naturali.

Nei menu del pranzo e della cena oltre ai tipici piatti della cucina creola, abbondavano i contorni con verdure di ogni tipo, salse piccanti, peperoncini colorati e saporosi.

Immancabile a fine pasto la bevanda color dell’ambra, il rum dolce, fruttato alla vaniglia, era il nostro preferito.

La sera piccole luci illuminavano la notte, senza infastidire le stelle, ricoprendo le innumerevoli palme del giardino, quanto bastava per scegliere qualche pietanza al buffet e ricordare a tutti la festa del Natale. In lontananza l’oceano sussurrava sulla spiaggia e sul palco, dedicato al breve spettacolo serale, le ballerine di séga facevano volteggiare gli abiti, dipinti con gli stessi colori della frutta e delle spezie, al ritmo della musica. L’aria emanava il profumo dello zenzero, del coriandolo, dello zafferano e della citronella, trasformando il tutto in pura poesia.