ISOLA TIBERINA
Passeggiando sul lungotevere, in corrispondenza del quartiere Trastevere, si raggiunge l’unica isola urbana del fiume nel centro di Roma, l’isola Tiberina, denominata anche: Isola dei Due Ponti, Isola di San Bartolomeo o semplicemente Insula. E’ piccolissima, la più piccola isola abitata al mondo, affiora dalle acque del fiume lunga poco più di 300 metri e larga circa 90. Appare con la forma simile a quella di una nave e tale aspetto ispirò una leggenda che narra della nascita dell’isola nello stesso luogo di un’imbarcazione sommersa. Numerose sono le leggende legate all’Isola Tiberina come, per esempio, quella che la vede sorgere nel 509 a.C. in modo del tutto singolare: i cittadini romani, dopo essersi ribellati alla tirannia di Tarquinio il Superbo, in segno di odio, gettarono i suoi fasci di spighe, raccolti in Campo Marzio, nel Tevere e l’accumulo di fango, che si depositò sopra le messi, favorì il formarsi dell’isola stessa. In realtà, la sua origine è molto più antica, formata da un compatto banco di tufo, simile a quello del vicino colle Capitolino, derivante dai materiali eruttati dal Vulcano dei Colli Albani e, sopra il tufo, successivamente si sedimentarono le sabbie e le argille.
La storia più nota legata all’isola è quella del culto di Esculapio, dio della medicina, Nel 291 a.C. a Roma dilagò una terribile pestilenza che uccise molte persone e i sacerdoti, dopo aver consultato i libri sibillini, inviarono una delegazione ad Epidauro, luogo di adorazione di Esculapio. Quando gli ambasciatori tornarono a Roma portarono sulla nave un serpente, animale caro al dio. All’altezza dell’isola Tiberina, il serpente spiccò un salto e nel punto in cui si rifugiò fu innalzato un tempio dedicato ad Esculapio. L’isola stessa fu sistemata architettonicamente come una nave; oltre alle fiancate, alla prua e alla poppa, di questa rimangono notevoli resti. Oggi, sui ruderi del tempio sorge la Chiesa di San Bartolomeo che conserva un campanile romanico del XII secolo e, lungo la navata della chiesa, le colonne dell’antico tempio. La sacralità medica di allora perdurò nei secoli e durante il medioevo l’sola divenne un ricovero per malati gestito dai frati, mentre oggi, ospita l’ospedale “Fatebenefratelli”, nato nel 1584. Oltre al Fatebenefratelli, sull’Isola Tiberina esiste anche una delle tre sedi romane dell’Ospedale Israelitico collocato accanto alla Chiesa di San Bartolomeo.
Fin dall’antichità, le popolazioni residenti sulle sponde opposte avevano necessità di guadare il Tevere e l’isola rappresentava un luogo importante poiché nelle sue vicinanze i fondali non erano profondi. Nonostante il suo carattere sacro, nel tempo l’isola Tiberina fu inserita nelle attività fluviali della Roma portuale, con l’edificazione di ponti e la sistemazione delle sue rive. Due ponti collegano l’Isola alle rive del Tevere: verso Trastevere dal ponte Cestio, con l’arcata centrale che risale al 46 a C., in direzione del Ghetto dal ponte Fabricio, edificato nel 62 a.C. denominato anche Quattro Capi il cui accesso è sorvegliato dalla Torre Caetani, di epoca medievale.
Oltre alla sua caratteristica di sacralità e alla sua funzione di ospitalità e cura dei malati, l’isola Tiberina rappresenta oggi un luogo di cultura e di svago trasformandosi, tutti gli anni in estate, nell’Isola del cinema. In questa occasione l’affascinante scenario dell’Isola ospita un salotto culturale di cinema italiano e internazionale. Viene allestito un maxischermo sul quale sono proiettate anteprime e pellicole inedite prestigiose; partecipano all’evento registi e attori italiani e internazionali ed è possibile vedere alcuni tra i più bei film di rilievo dell’ultima stagione, mentre nel CineLab si svolgono rassegne di film d’autore, cortometraggi, rassegne dedicate alla cinematografia internazionale e il “Nuovo Cinema Italiano”.