“Se mangi il Gallo Pinto sei un vero tico”, così recitavano il nostri amici in Costa Rica.

Il Gallo Pinto è un piatto tipico per eccellenza della cultura alimentare costaricense, che viene consumato abitualmente a colazione. Fatto di riso, cotto al vapore, con fagioli piccoli e neri, è veramente squisito. Da piatto nazionale quale è, il Gallo Pinto ha subito varie interpretazioni e varianti nelle diverse zone del paese. C’è chi lo usa come piatto della domenica; alcuni lo profumano con il coriandolo rosso; altri lo preferiscono con il riso più umido mentre nella zona nord si prepara con il riso tostato. Ma il Gallo Pinto non si mangia mai da solo. Infatti, l’uovo è il protagonista indiscusso ma c’è chi lo consuma con le tortillas oppure con fette di pane tostato; con fette di lardo fritto o con stufato di manzo al pomodoro, diventa un piatto più sostanzioso; un’altra versione deliziosa è accompagnato da platano fritto. Nel variegato mondo del Gallo Pinto esiste una costante: il caffè del Costa Rica, rigorosamente nero, forte e lungo, l’unica bevanda da consumare con questa colazione.

Legate alla sua origine esistono storie, leggende e rivalità con il vicino Nicaragua, che ne rivendica da sempre la patria potestà. Rispetto a questa disputa, l’Università del Costa Rica, a seguito di alcune ricerche, ha stabilito che il Gallo Pinto sarebbe nato sulla costa atlantica del Costa Rica, nelle piantagioni di banane dove lavoravano sia locali sia gente del Nicaragua. Quest’ultimi lo esportarono nel loro paese, utilizzando i fagioli rossi al posto di quelli neri.

Tanto ancora si potrebbe raccontare sul Gallo Pinto che letteralmente significa Gallo Dipinto, ma una simpatica leggenda dimostra, ancora una volta, come le più grandi scoperta avvengano sempre per caso. Nei primi decenni del novecento, a San Sebastiano, un quartiere agreste di San Josè, un ricco personaggio dell’epoca organizzò una grande festa, invitando molta gente a pranzo, con la promessa di cucinare un gallo pinto enorme (i galli in Costa Rica sono veramente colorati), fatto ingrassare per l’occasione. Di gente ne arrivò talmente tanta che il gallo non fu più sufficiente. Per rimediare a quel problema, la grande idea fu quella di raccogliere ciò che restava in cucina: riso e fagioli. Da allora quella mescolanza diventò una consuetudine gustosa e prelibata che prese il nome di Gallo Pinto.