Gli Itinerari nel Parco dell’Uccellina

Il Parco è aperto tutto l’anno, tutti i giorni della settimana. Prima di entrare si deve acquistare il biglietto d’ingresso presso il Centro Visite, situato ad Alberese. Gli itinerari possono essere percorsi sia singolarmente, sia in gruppo, accompagnati o meno da una guida, in base al periodo dell’anno.

Un autobus trasporta i visitatori al punto di partenza dei vari itinerari.

Percorso A7 – Foce dell’Ombrone

Partenza: Parcheggio Marina d’Alberese

Percorso: 5,6 Km circa .

Durata: 2 ore.

Difficoltà: semplice.

Ciclabile. Attrezzato per persone diversamente abili.

Si tratta di un percorso semplice che regala sensazioni uniche: i suoni, i colori e i profumi della Maremma risaltano continui lungo tutto il cammino. Dalla verde Pineta Granducale si passa alle ampie distese palustri che abbracciano il tratto terminale del fiume Ombrone.

Alla foce dell’Ombrone, il paesaggio lascia spazio ad un’ampia laguna salmastra e una sosta all’osservatorio ornitologico permette di osservare (meglio se muniti di binocolo) le diverse specie di uccelli che frequentano le zone umide del Parco.

Il percorso ad anello continua con un tragitto che attraversa l’area palustre, per poi continuare lungo la riva del mare, fino ad entrare nuovamente nella pineta.

Durante l’escursione è facile notare le mandrie di vacche maremmane dalle corna lunate, i maschi delle quali sono giganteschi e sembrano primordiali, e splendidi cavalli con i puledri. Sia i bovino, sia gli equini appartengono a due specie autoctone miracolosamente sopravvissute al declino del loro allevamento durante la fine del secolo.

La foce del fiume Ombrone è un tipico esempio di zona umida costiera, ricca di anguille, cefali, cavedani, lucci, carpe, trote e pregiatissime spigole. Qui il panorama si apre sulle paludi e su orizzonti in cui la terra si confonde nel mare e insieme sfumano nel cielo.

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Percorso A4 – Cala Forno

Partenza: Centro Visite Alberese con bus-navetta per Pratini da dove si prosegue a piedi.

Percorso: 12,8 Km circa.

Durata: 6 ore circa.

Difficoltà: impegnativo

Ginestre, cisti e rosmarini si alternano a macchia e a boschi di ginepri secolari. Durante il lungo cammino, articolato con sentieri dissestati, salite e discese ripide e continue, abbiamo incontrato il gatto selvatico e in prossimità delle Torri, sul punto più alto abbiamo ammirato uno splendido panorama. La foresta che riveste l’area fino alla spiaggia, a pochi metri dal mare, si mostra in tutta la sua splendida perfezione e, come un libro di scienze, permette di leggere l’alternanza delle fasce di vegetazione diversa che colonizzano il paesaggio e lo colorano con varie tonalità di verde. Al termine del sentiero, la splendida baia Cala di Forno premia la lunga camminata con un paesaggio ed un mare da sogno.

La piccola baia racconta una lunga storia legata alla principale attività produttiva della zona: il carbone. Qui, venivano portati con carovane di muli i carichi di carbone lavorati sul versante prospiciente il mare e, una volta trasportati nelle barche, partivano dall’approdo naturale per arrivare ai porti di Talamone e Castiglion della Pescaia; venivano poi trasferite sui mercantili per le destinazioni più lontane. L’antica dogana per il pagamento dei balzelli, considerando che Cala di Forno si trovava al confine tra il Granducato mediceo e i Presidios spagnoli, è un edificio che rimane ancora oggi e, in epoca successiva a quella del carbone, ospitò sia una caserma della Guardia di Finanza, sia l’abitazione di un colono che lavorava i terreni agricoli circostanti.